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Non puoi permetterti di non comunicare

da | 20 09 21 | Politica

Se ci pensi, fa quasi sorridere che qualcuno debba ancora dire che nel 2021, in politica, non puoi non comunicare. E invece, seguendo per lavoro le vicende di tante formazioni più o meno piccole e in contesti regionali, mi accorgo sempre di più non solo di come la comunicazione social sia spesso un mix di tattiche scopiazzate da altri, ma anche della poca attenzione che viene dedicata al mezzo e alla comunicazione con i cittadini in generale.

Sono ancora tante (troppe) le situazioni in cui nascono pagine elettorali con contenuti, proposte e promesse che poi muoiono sistematicamente una volta terminate le elezioni.

E questo, naturalmente, è quanto di più sbagliato si possa fare.

Perché devi comunicare quello che fai

Fa sorridere, dicevamo, ma vale la pena spiegare perché comunicare il tuo operato è quasi più importante dell’operato stesso. La politica vive di comunicazione: senza di essa, ai cittadini rimane davvero poco.

E adesso vediamo perché.

Esempio #1
Prendiamo una caso piuttosto semplice: tutto va per il verso giusto, hai vinto le elezioni e stai governando nel migliore del modi. Tutti sono contenti e ti stai avvicinando alla successiva tornata elettorale, quando entreranno in scena altri avversari.

Se hai trascorso gli ultimi 5 anni nell’anonimato, senza farti vanto dei risultati e, soprattutto, senza aver creato una vera relazione con i tuoi elettori, nessuno conoscerà i tuoi lati positivi e faticare a bilanciare quelli negativi messi in evidenza dai tuoi avversari.

Semplice, no?

E lascia che ti chieda una cosa: quante probabilità ci sono che un’intera legislatura si svolga senza intoppi?
Esatto, nessuna.

Esempio #2
Nel corso della legislatura ti trovi a dover approvare un provvedimento controverso che non farà felici tutti i tuoi elettori, oppure erediti un fardello dall’amministrazione precedente o, ancora, arriva qualcosa di totalmente nuovo, come ad esempio una pandemia.

Tu sei una persona onesta e laboriosa e fai del tuo meglio per risolvere i problemi e sei così impegnato a lavorare che non comunichi. Bene, sappi che i tuoi detrattori si insinueranno in tutte le piccole crepe del tuo lavoro come acqua nel muro e, goccia dopo goccia, allargheranno le crepe fino a rendere il tuo un pessimo lavoro, facendoti diventare un pessimo politico.

Questi due esempi dovrebbero bastare a spiegare perché comunicare lungo tutta la legislatura è fondamentale: è l’unico modo per “portare fuori da palazzo” la tua versione dei fatti, difenderti, anticipare e spiegare le tue decisioni, parlare al e con il tuo pubblico e garantirti una chance per la prossima volta.

Che colpa ne hanno i cittadini/elettori?

Devi sapere – e prometto che ci torneremo più avanti con un post dedicato – che il cittadino/elettore non è a conoscenza che di una piccola percentuale di quello che succede all’interno del mondo della politica. Parliamo di una persona che non solo non conosce le procedure, fatica a seguire i dibattiti e non riesce a spiegarsi certe scelte, ma soprattutto che non è interessata o incentivata a farlo.

Insomma, tieni bene a mente una cosa: non hai la sua attenzione.

Le persone vivono le loro vite lontane dalla politica e ne vengono toccate in caso di argomenti personali o quando “i politici” (eccoci di nuovo) hanno bisogno dei loro voti.

Ma il gioco è che, quando gli altri inizieranno la gara, tu devi essere già oltre metà percorso.

Perché in politica non puoi non comunicare

Non mi stancherò mai di ripetere quanto comunicare in politica sia importante e di come sia necessario farlo bene. Ma se non basta, proviamo ad affrontare la questione da un altro punto di vista, chiedendoci cosa perdiamo a non comunicare.

Cosa succede se non comunichi?

Primo assioma della comunicazione: non si può non comunicare. Questo significa che anche i tuoi silenzi comunicano qualcosa: disinteresse, distacco, imbarazzo, vergogna… tutte cose molto positive, giusto?

Ricapitolando: abbiamo detto che le persone non hanno la tua attenzione e che ci sono tanti altri possibili candidati pronti a iniziare la gara. E abbiamo anche detto che se non raccontate, le cose non escono dalla stanza dei bottoni.

Oppure ne esce una versione diversa da quella che avresti dato tu, ma sarà troppo tardi.

Il succo, insomma, è che in politica non puoi non parlare, perché anche se tu scegliessi di stare zitto o di arrampicarti sulla collina in attesa del momento giusto, ci sarà qualcuno che parlerà al posto tuo.

E tu sei sicuro che valga la pena lasciare nelle mani dei tuoi avversari il racconto dei fatti, di lasciare che siano loro a guidare il gioco? Credi davvero che la soluzione migliore per vincere sia lasciare che siano gli avversari a scegliere il campo, portare il pallone e stabilire le regole?

No, io credo di no.